E Michele Gabellone dice nero. Nero profondo, in cui ogni colore si perde, nero assoluto che sprigiona però un sentiero di luce. Il più classico dei colori per uno stilista e , insieme la prova più difficile.
Michele Gabellone perché il nero viene considerato “difficile”?
Quando lavori con il nero non ti puoi permettere di sbagliare. Ogni dettaglio deve essere perfetto, perché il nero mette in rilievo l’essenza di un abito, ma anche la sensualità della seuzione.
Lei inserisce spesso il nero nelle sue collezioni. Possiamo dire che è diventato una sua caratteristica stilistica?
Mi piace pensare al nero come forza positiva, qualcosa che si trasforma nelle mie mani come il nero di Matisse. Nelle mie collezioni lo scelgo quando ho bisogno di esprimere luce e non oscurità. E non si tratta solo e sempre di una scelta estetica . In un abito il nero mi fa pensare alla concentrazione, al distacco. E’ come un segno. Grazie al nero, un colore narrativo, legato all’identità, molte persone riescono a nascondere i propri sentimenti. Per me il nero invece diventa una forza energetica e un elemento per la mia creatività.
Cosa consiglia a chi indossa un suo abito nero?
Consiglio di portare un abito da me creato in nero, in modo personale e mai funereo. Il nero è una tonalità perfetta per la sera. E’ il gusto severo del rigore e, per tradizione anche di potere.
Se le chiedo di tradurre tutto questo in un’immagine cosa le viene in mente?
Greta Garbo. Vedere la Garbo inguainata in un modello nero e lucente, ha cambiato il mio concetto e la mia visione d’eleganza.